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Che paura, arrivano i cartoni

di Cristina Battocletti

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21 Marzo 2010
Che paura, arrivano i cartoni. Dal 24 al 28 marzo a Roma "Cortoons", festival dei cortometraggi di animazione
PHOTOGALLERY
Immagini da Cortoons

Quentin Tarantino potrebbe imparare qualcosa quanto a virulenza splatter da Boogie el aceitoso, e pure Martin Scorsese farebbe un pensierino sulla scabrosa sceneggiatura di Metropia. «Cortoons», il festival internazionale di cinema d'animazione (www.cortoons.it) che si svolge al Palladium Università Roma Tre (piazza Bartolomeo Romano 8) dal 24 al 28 marzo in collaborazione con Fondazione Romaeuropa, non è affare per anime candide. I bambini meglio lasciarli a casa e prepararsi ad affascinanti e durissime spy story o ciniche, rassegnate rappresentazioni della vita quotidiana, dove tutto è spinto al limite, tanto si gioca (per modo di dire) con figurine animate. Boogie (che sarà proiettato il 26 marzo alle 19.40) e Metropia (il 25 marzo alle 19.30) sono due dei tre lungometraggi ammessi per la prima volta quest'anno al festival, giunto alla settima edizione. Il terzo è Panic au village (domenica alle 20), che non è noir, né truculento, ma certo per nulla indicato a un pubblico infantile.
La kermesse romana, quanto a corti, si è aggiudicata, oltre alla buona programmazione, un boccone prelibato: il 28 marzo alle 21.15 verrà proiettato Logorama, che si è conquistato l'Oscar come migliore corto 2010. Sedici minuti in cui l'omino delle patatine Pringles si addentra in un universo disperante fatto di marche, dove perfino nello zoo il leone è targato Metro-Goldwyn Mayer, l'asinello è quello dei democratici americani e l'elefante il simbolo dei repubblicani. Il bambino delle liquirizie Haribo, l'unico che tenta di disfarsi del brand, viene sequestrato dal pagliaccio Mc Donalds impazzito, mentre i poliziotti, omini-Michelin, tentano di fermarlo. Allora, forse, si innesca un meccanismo che porterà alla fine di quel mondo in vendita, ma...
Meno famoso, ma di una poesia struggente Get out! (il 28 marzo alle 21.15), della scuola di animazione francese «Esma». Un impaurito omuncolo dalla testa sproporzionata e lo sguardo naïf non vuol saperne di uscire da una stanza ovattata, trapuntata, dove vive in un universo colorato che solo lui riesce a vedere. Il medico con voce suadente tenta di farlo passare dalla porta, che per lui è una terrorizzante ghigliottina. Si capirà solo alla fine di che razza di soglia si tratti.
Triste (e si potrebbe aggiungere "solitario y final") l'argentino El empleo, dove vince la spietata legge del forte sul debole e del debole col forte. Che sconforto nello scoprire la mansione dell'impiegato dallo sguardo spento, che usa con indifferenza familiari e non come oggetti di uso quotidiano. Sei minuti in cui si stringe il cuore.
Mettetevi comodi invece per Boogie. Un'ora e venti di spari, sangue, teste mozzate, arti in volo per una storia nata dalla penna del geniale fumettista Roberto Fontanarrosa, un vero mito in Argentina. Boogie è un mercenario, di origini nordamericane, che ha fatto tutte le guerre possibili, dal Vietnam all'Iraq, profondamente misogino, razzista, insofferente soprattutto con chi è povero. Ma c'è un killer, altrettanto spietato e più tecnologico, che insidia il suo campo d'azione: vinceranno i metodi tradizionali o le torture più raffinate?
Metropia del turco-svedese Tarik Saleh, che aveva aperto la settimana internazionale della critica alla scorsa edizione della mostra del cinema di Venezia, parte già con credenziali piuttosto forti. Tra gli sceneggiatori figura il nome di Stieg Larsson, a dare la voce ai protagonisti Roger e Nina, ci sono rispettivamente Vincent Gallo e Juliette Lewis. Siamo nel 2024 e stando al cartoon ci aspetta un futuro tutt'altro che roseo. Grigi essere umani si aggirano per l'Europa approfittando di una metro piuttosto efficiente, visto che Roger ci impiega poche fermate ad andare da Stoccolma a Parigi. Si vive spenti con le spalle strette e gli occhi fuori misura rispetto alla testa seppur grande, tra pupazzi e gadget di Hello Kitty che paiono spernacchiare tutti con il loro sorriso immobile. E poi guai a usare uno shampoo che mette in testa, è proprio il caso di dirlo, strane idee, anzi proprio delle voci, col rischio di cadere in cospirazioni internazionali.
Per fortuna arriva Panique au village, della coppia belga Aubier e Patar, che racconta la saga isterica di un indiano, un cowboy e un cavallo: formano una famiglia piuttosto strana. Indiano e Cowboy, scioperati e scansafatiche, impediti nei movimenti dai piedistalli (quelli dei soldatini per intenderci), per fare un regalo di compleanno a Cavallo innescheranno una crisi mondiale con tanto di alieni annessi. Il festival di Cannes l'anno scorso l'ha molto applaudito, ora la parola passa agli spettatori di «Cortoons». L'ingresso è gratuito e quando mai succede?

prenotazioni@cortoons.it

L'Oscar
Sarà proiettato il 21 marzo alle 21,15 Logorama, il corto dei francesi Yann Bertrand e Damien Serban, che si sono aggiudicati l'Oscar quest'anno nella categoria «Miglior cortometraggio animato». Sedici minuti in cui scorre un universo fatto solo di marche, animali e protagonisti compresi, che andrà incontro a una catastrofe. Ma anche la fine del mondo non sfuggirà alla logica del merchandising.
Il team di Logorama ha impiegato sei anni per creare il corto, segnalato e premiato in molti altri concorsi internazionali. Ora è in lavorazione una versione lunga di questo fortunato e cinico film.

21 Marzo 2010
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